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filosoficoweb

Dopo aver criticamente analizzato l'ormai inflazionato ambito delle Emozioni in relazione all'attuale mondo del Lavoro, imperniato sempre più sull'illusoria e normalizzante ideologia delle cosiddette "Risorse Umane", questa volta ci si focalizzerà sulle sfere dell'Economia e della Finanza più o meno "creative", con particolare attenzione al fantasmagorico e adrenalinico mondo della Borsa. L'immagine a cui potremmo associare quest'ultima, prendendo in esame i fatti storici più salienti anche soltanto degli ultimi due decenni (crollo delle borse post 11 Settembre, crisi dei mutui subprime tra la fine del 2006 e l'inizio del 2007, crac finanziario del 2008, crisi dei debiti sovrani europei a partire dal 2010), potrebbe essere senz'altro quella di un vorticoso e incontrollabile ottovolante. Eppure, nonostante ciò, la maggioranza dei più illustri e autorevoli economisti a livello mondiale continua a sbracciarsi per cercare di tranquillizzarci - noi poveri, ignoranti e sprovveduti cittadini - rassicurandoci dell'assoluta "normalità" di questi fenomeni e dell'intero sistema di cui fanno parte.

Non a caso l'Economia, sin dalla sua nascita come disciplina autonoma, ha assunto, così come altre materie di derivazione filosofica e umanistica - Sociologia e Psicologia in primis - designate nell'Ottocento, dal filosofo tedesco Wilhelm Dilthey, "Scienze dello Spirito" per distinguerle dalle cosiddette "Scienze Naturali" - tra cui Fisica, Chimica e Biologia - lo statuto di Scienza. Ciò presuppone, o meglio presupporrebbe, che l'Economia costituisse un insieme organico di conoscenze, ottenute attraverso un'attività di ricerca prevalentemente organizzata e con procedimenti metodici e rigorosi, al fine di una descrizione verosimile, oggettiva e con carattere predittivo della realtà e delle leggi che regolano l'occorrenza dei fenomeni osservati e analizzati.

Come si può notare dalla precedente descrizione, uno dei tratti distintivi di ciò che possiamo identificare con la parola "Scienza" è la sua predittività, ossia la possibilità che ho, attraverso dei calcoli matematici, delle ipotesi e degli esperimenti verificabili, di poter prevedere l'andamento e l'esito di un certo fenomeno. E proprio qui "casca l'asino", anzi la casualità irrazionale dell'umana, troppo umana, passione. Anzitutto, in qualsiasi momento e in qualsiasi sfera dell'esistenza, può apparire ciò che il filosofo e matematico Nassim Nicholas Taleb ha denominato suggestivamente "Cigno Nero", immagine simbolica di incertezza e di imprevedibilità, atta a designare eventi rari e dal forte impatto emotivo, al di là del principio di induzione, così come del principio di deduzione, che possono essere razionalizzati solo a posteriori. In altri termini il "Cigno nero" rappresenta quell'episodio esperienziale che prorompe incalcolato e incalcolabile: l'irrompere nella realtà del Chaos che si fa Cosmo.

In secondo luogo, e in modo più specifico per quanto riguarda il tema qui trattato, la cosiddetta "Scienza Economica" mai potrà assurgere a vera e propria materia scientifica, poichè ha a che fare essenzialmente con le più ataviche e spesso animalesche pulsioni umane, in primis l'irrefrenabile impulso all'accumulo progressivo e illimitato di Ricchezza, ciò che Aristotele indicava dispregiativamente con il termine "Crematistica" e che oggi potremmo tradurre con l'espressione "fare soldi coi soldi", caratteristico proprio dell'attuale sistema pervasivo e dominante della Tecno-Finanza. A questo punto potrebbe essere utile e fruttuoso, al fine di evitare il prevedibile collasso di un mondo delirante, parossistico, insaziabile e fagocitante come quello osservabile all'interno di una Borsa Economica, tra traders e brokers finanziari col respiro affannoso e occhi inniettati di sangue, tornare proprio all'antica saggezza greca.

Le Scuole Ellenistiche (stoici ed epicurei in particolare), all'interno di una dimensione comunitaria che sarebbe auspicabile recuperare, insegnavano, già a partire dal IV secolo a.c., l'"Arte della Temperanza", ciò che potremmo designare come "Terapia delle Passioni", ove assumevano un ruolo fondamentale, da una parte, l'emozione primaria e radicale della Paura e, dall'altra, la spinta innata e propulsiva del Desiderio. Recuperando questi antichi saperi, l'essere umano di ieri, così come di oggi, è invitato ad intraprendere un percorso, grazie al quale poter incominciare, o magari ri-cominciare, ad osservare le cose "Sub Specie Aeternitatis", da una diversa prospettiva, più ampia e distaccata. La sfrenata bramosia, il tenace attaccamento, il meschino avvinghiarsi alla caducità delle cose materiali e al loro continuo accumulo si possono moderare sino a sciogliersi di fronte a questa nuova lucida visione che contempla l'insieme armonioso di tutte le cose: ciò che il greco indicava con la parola Cosmo o, in altri termini, l'"Uno-Tutto-Physis-Natura
". Confidiamo di poterci ancora avvicinare, perlomeno in minima parte, noi uomini d'oggi, a questa antica Saggezza, con l'auspicio di poter tracciare un nuovo cammino condiviso.